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Percorso

"Physical Streams", "Polveri Sottili" in "The Overpass" aprile/maggio2012

 

"Physical Streams", "Polveri Sottili" in "The Overpass" aprile/maggio 2012

 
     
 

Spesso si parte per lunghi viaggi, cartina alla mano, per cercare luoghi letti su guide e valutati con “stelline”…, troppo di rado ci si accorge di quanto esiste dietro casa o a pochi chilometri.

“The Overpass”, un nome internazionale che viene da Brooklyn per un workshop-gallery a Loano, una piccola realtà in provincia di Savona, in un “caruggio” acciottolato. Come sostiene l’ideatore del progetto Alessandro Gimelli, un nome per andare oltre allo stereotipo “Liguria terra morta”; mi piace molto la sua determinazione quando afferma:<<…se non c’è nulla, allora c’è tutto da fare; l’importante è cominciare, mettendosi in gioco e facendosi beffe di chi non ci crede…>>.

 

Ho scoperto questa location per caso, attratta da una fotografia volutamente sovraesposta, raffigurante la rievocazione storica tenutasi a Loano in aprile, della battaglia napoleonica del 1812. Ad accogliermi e invitarmi a entrare proprio Alessandro Gimelli, in qualità di espositore nella sua personale “Physical Streams”, mostra ormai chiusa da alcuni giorni. Personalmente, da subito, ho soprannominato questo percorso fotografico “l’uomo in rete”. Tanti scatti effettuati con il cellulare, si partiva da una fotografia raffigurante un uomo solo sulla battigia del mare e poi, via via, tante altre di diverse dimensioni. Le relazioni in rete iniziano in modo casuale e volatile, solo poche si consolidano nel tempo e diventano importanti. L’artista, per ben evidenziare questo concetto, ha esposto la maggior parte delle fotografie appoggiate al muro, poche in formato grande, pochissime incorniciate. Bellissimo il puzzle finale che racchiudeva cento scatti provenienti da tutto il mondo, a raffigurare le migliaia di relazioni che si possono instaurare nel web; l’autore ha chiuso il suo viaggio fotografico con lo stesso scatto iniziale, l’uomo solo sulla battigia; a volerci dire, quando si spegne il computer, si è comunque nuovamente soli. Personalmente condivido questa visione ma desidero comunque lasciare spazio a un punto interrogativo; un buongiorno, una buonanotte, una canzone linkata…sono certamente qualcosa di virtuale ma con la possibilità di trasformarsi in reale nel tempo; per restare in tema una grande, bella, fotografia incorniciata.

 

All’interno di questa mostra mi è stato possibile apprezzare molte altre fotografie di Alessandro Gimelli; non si può non citare l’opera “La donna cannone”, due fotografie inquadrate insieme sotto il plexiglass raffiguranti un trombone con il tutù, esposta in occasione dello spettacolo “La musica è… respiro” a Palazzo Scotto Nicolai di Albenga. L’artista è colui che ha l’idea, che sa renderla concreta e regalarla agli altri. In questo caso il vero valore aggiunto è l’aver saputo unire tre arti: la danza, la musica, la fotografia.

 

All’Overpass anche le canzoni dei Pet Shop Boys sono diventate arte figurativa, così come i diversi modi di concepire il sacro… quello che non mi ha lasciato indifferente è l’enigma celato dietro ogni scatto, il gioco del “cos’è”, un gioco piacevole che innalza l’Arte. Non era semplicemente ammirare una fotografia ma qualcosa che accendeva il pensiero. Rappresentativa per quanto mi riguarda, è stata una fotografia raffigurante un pacemaker, oggetto sterile, da buttare quando non funzionante; reso gioiello dall’autore per il valore intrinseco di salvavita della madre.

 

L’ultima opera di Alessandro Gimelli “Watching the Wildlife” è stata esposta alla collettiva nell’ambito della manifestazione “Liberitutti” di Pietra Ligure. Questa fotografia richiama le tavole di Rorschach e le sue macchie d’inchiostro simmetriche, dal test che esplora le dinamiche interpersonali; come spiegato dall’autore, vuole rappresentare la libertà negata. L’uomo seppure tenti di essere libero nel pensiero, nell’espressione, nell’azione è inconsciamente trattenuto dalle repressioni, dalle negazioni accumulate negli anni. Questo scatto, attraverso l’arte figurativa, rappresenta il continuo tentativo dell’uomo di liberarsi e l’impossibilità di farlo a causa di questa zavorra. La “fotografia-tavola”, nell’immediatezza, raffigura l’organo del concepimento femminile; l’idea oltre a essere geniale è coraggiosa, questo, a mio modestissimo parere merita sempre un plauso!

 

Voglio citare la bella definizione di Gimelli dell’Overpass:<<un laboratorio artigiano con ambizioni da studio fotografico>>.

 

Attualmente all’Overpass un’originale e interessante mostra fotografica, “Polveri Sottili” la personale di Roberto Oliva; inaugurata il 27 aprile, visitabile fino al 12 maggio.

 

Scatti di luoghi dimenticati, di oggetti impolverati o abbandonati…è un viaggio nel tempo, quanti passi hanno abitato quei luoghi, quante mani hanno stretto, accarezzato, sfiorato quegli oggetti. Lo scatto fotografico non ha solo fermato l’immagine ma l’ha restituita alla vita.

 

Nell’ambito di questa mostra si può anche apprezzare un video di slide fotografico montato da Paolo Bertolotto, raffigurante una piscina abbandonata; l’accompagnamento musicale è di Christian Contarino che per l’occasione ha composto il brano inedito “Walking”.

 

 

Per non viaggiare solo d'immaginazione, tutti gli approfondimenti e molte fotografie su:   http://www.overpassloano.com